“Quando si lavora in proprio bisogna sempre avere le maniche rimboccate”, dice il signor Andrea. Sia il mio che il suo sguardo cadono sulle sue braccia abbronzate, lasciate scoperte fino al gomito dalla camicia azzurra, di quel cotone spigato d’ordinanza nell’ambiente dell’industriosa borghesia genovese. Nessuna cravatta, ma un gilet beige da pesca, altrettanto di ordinanza tra i pensionati genovesi, di qualunque ambiente.
Ci scambiamo un sorriso.
Mi trovo nella sala da pranzo di casa Gallo. Ho davanti a me un bicchiere d’acqua appoggiato su un piattino d’argento, e una biscottiera in cristallo rosa molato da cui la signora Maricla mi ha offerto i suoi canestrelli fatti a mano.
Nella libreria ci sono souvenir e bomboniere, alle pareti le foto di figli e nipoti.
Chiedo se posso avere un altro biscotto: sono così buoni che averli davanti e resistere risulta un’impresa titanica. La signora Maricla capisce che dietro la sfacciataggine c’è un sincero omaggio alle sue arti culinarie e con gli occhi che brillano risponde: “Ma certo!”.
Questa è una famiglia che ha fatto la storia della piccola impresa italiana sull’arco di cinque generazioni, alternando e accorpando i nomi Luigi, Andrea e Francesco nella dirigenza.
Da quando il signor Andrea si è ritirato completamente dall’attività per godersi le gioie dell’orticoltura, è suo figlio Francesco ad occuparsi dell’azienda. Per la prima volta in 130 anni, non c’è anche un Luigi nel direttorio.
Francesco è un vero chimico, attentissimo, concentrato, rapito dalle formule: con lui sono nati tanti dei prodotti ipoallergenici che probabilmente usate già, visto che vi trovate su questo sito.
Suo padre Andrea ha un tipo di creatività diversa: laureato in economia e commercio, nasce contabile presso grandi aziende come Costa Crociere e Kimberly & Clark, ma quando entra nell’azienda di famiglia nel 1970 applica la sua visione ben oltre l’aspetto amministrativo. Installa un telex per poter mandare ordini ai fornitori invece di andarci di persona, disegna l’iconico flacone USE, crea il best seller “Gran Bucato” usando i suggerimenti della moglie Maricla che testa tutti i prodotti sui vestiti dei quattro figli e su pezze di varie fibre che macchia apposta con erba, cioccolato, sangue, uovo, vino, olio.
Il giovane padre di famiglia che da bambino si guadagnava i soldi per il gelato pesando sacchetti di detersivi in un magazzino nei caruggi genovesi, così lontano dalla luce naturale che bisognava tenere le lampadine accese a tutte le ore; che da ragazzino vedeva lo zio Luigi partire per Solvay e andare a pagare la soda per fare la lisciva, e poi ammirava la carovana dei camalli, omini alti un metro e mezzo, fortissimi, che arrivavano per scaricare il camion di sacchi da 120 chili e li sistemavano nel deposito costruendo una piramide, senza usare scale o scaffali; quel giovane padre di famiglia si rimbocca le maniche, appunto, e copre tutte le basi.
Così come si faceva una volta, quando alla mancanza di studi specifici si sopperiva con la fantasia, l’ingegno e… anche con la fortuna.
Come quella volta, durante la guerra, che la famiglia Gallo era sfollata a Busalla, nell’entroterra ligure. L’acqua aveva invaso il magazzino durante un’alluvione, bagnando tutte le polveri lì stoccate. “Il Viping è nato così: quando l’acqua si è ritirata mio padre e mio zio si sono accorti che la pomice di Lipari si era imbevuta degli altri detersivi”.
Il “Viping” è stato un prodotto rivoluzionario nella storia delle pulizie domestiche: con un nome anglofilo (da wiping, passare un panno per pulire), venduto in semplici sacchetti, era un passepartout efficientissimo molto apprezzato dalle massaie.
Viping diventò quindi il nome della linea dedicata alle superfici, il cui cavallo di battaglia era quello che oggi conosciamo come USE Mobili, “nato per amore”, come racconta la signora Maricla: quello tra suo suocero Francesco e la moglie Giuseppina (Pina), molto pignola nelle pulizie. È per andare incontro alle sue esigenze e regalarle qualcosa di unico che non era in commercio, che Francesco studia e crea USE Mobili.
Riprende il signor Andrea: “Nel 1950 mio padre ricevette un campione di tensioattivo dalla Shell, e da quello nacque la famosa “Saponaria”, entrata in commercio in una boccetta di vetro, il primo detersivo liquido per bucato prodotto in Italia. Il successo fu immediato: era molto pratico per trattare le macchie, perché i detersivi in polvere lasciavano gli aloni sui vestiti, soprattutto perché una volta si vestivano tutti di nero. Ricordo che la materia prima arrivava dall’Olanda in botti di legno… Sa che mi lavo i capelli con la Saponaria da quando avevo 14 anni?”.
Lo so: tutti in azienda mi hanno detto che si lavano i capelli così, fin da prima che la Saponaria USE fosse certificata ipoallergenica.
“L’idea di produrre detersivi ipoallergenici è stata di nostra figlia Paola, mancata a soli 40 anni per un tumore: lei andava in motorino dai negozianti insieme alla sua amica del cuore, figlia di un nostro grossista. Parlando con loro scoprì che c’era questo nuovo bisogno. Si occupò sia della formula chimica che della grafica del packaging. Amava i colori…”.
Ho il privilegio di poter leggere gli appunti in cui Paola codifica l’immagine del marchio USE: mentre tutti fanno a gara per offrire il bianco che più bianco non si può, lei vede nel giallo il tratto distintivo dei prodotti con cui è nata e cresciuta: “Il giallo è strettamente collegato con il pulito perché giallo è il sole, la luce, quindi l’aria del giorno di sole che asciuga i pavimenti e i panni. È il giorno di sole che da sempre invita la donna a fare il bucato e le pulizie”.
La nascita dei prodotti ipoallergenici, ci tengono a precisare i signori Gallo, si deve prima di tutto dal fatto che in azienda è sempre stato visto come obiettivo primario il benessere sia di chi ci lavorava, sia dei suoi famigliari – i primi utilizzatori dei prodotti. “Ma allo stesso modo i clienti si accorgevano, senza bisogno di certificazioni, della bontà del prodotto perché non dava reazioni né faceva venire allergie: con la filosofia di produrre formule “buone” per la famiglia Gallo, si ottenevano indirettamente ottimi risultati commerciali.
Molti piemontesi e lombardi che scendevano in Liguria per le vacanze e che fortuitamente acquistavano USE, una volta tornati a casa ci telefonavano per richiederlo, essendosi resi conto di aver risolto un loro problema.
Peraltro, le testimonianze arrivavano da ambiti di utilizzo diversi: una signora con un figlio particolarmente sofferente di allergie disse queste che erano diminuite con il lavaggio dei pavimenti con USE. Così come molte persone riportavano in azienda il fatto che per lavare la lana usassero uno shampoo per capelli per evitare di rovinare il capo.
Queste telefonate, unite alla sua spiccata sensibilità verso il prossimo, spinsero Paola a effettuare dei test proprio per dare valore al benessere e all’attenzione alla persona.
Le testimonianze telefoniche dirette dei clienti e le loro richieste di essere approvvigionati anche nelle loro città di origine ha aiutato l’espansione della rete distributiva con la nascita di un database che potesse contenere gli indirizzi presso cui dirigere le persone.
In azienda il clima sereno e famigliare ci ha sempre portati a pensare al benessere di vita come valore, prima ancora che al business”.
Paola dette quindi una importante svolta al corso della ditta di famiglia, lasciando la sua impronta anche su quel flacone così riconoscibile creato proprio da suo padre negli anni in cui si cominciava a imbottigliare i detersivi nella plastica: lo disegnò su carta, lo portò a un modellista e questi ne fece un prototipo di legno.
Oggi quel prototipo non si trova più: tra le vecchie bottiglie e etichette, tra i documenti e le foto non salta fuori dalla sede costruita negli anni ’50 tra le acciaierie, l’autostrada e l’aeroporto.
Ma la sua forma che ricorda quelle del pittore Campigli ora grazia gli scaffali di supermercati, catene specializzate in detergenti, parafarmacie, oltre che quelli delle drogherie e dei “coloniali”, come si chiamano a Genova.
L’inventiva della famiglia Gallo, che nel 1892 ha aperto la ditta per stoccare olii e sapone in scaglie per gli armatori e oggi è il punto di riferimento più sicuro per la cura della casa con detersivi ipoallergenici, non si fermerà certo qui.
Già “l’ultimo” Francesco ha reso disponibili l’intera linea di prodotti sull’e-commerce di questo sito per meglio servire tutti quei clienti che altrimenti avrebbero difficoltà a reperirla nei negozi di prossimità.
E oltre ad aver creato molte nuove formule ipoallergeniche, ha lanciato i primi prodotti pensati per le pelli sensibili: ancora più delicati e attenti alla salute.
Cosa farà nei prossimi anni? Ce lo dice lui direttamente in questa intervista...
Sasha Carnevali è giornalista e food blogger; mamma di tre figli, nonna di un nipotino, moglie di un marito e amante di un cane e di un gatto, in “Consigli per l’USE” condivide i suoi trucchi per la gestione di una casa molto animata (e molto pelosa).